Cambiamenti inaspettati

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    Questo è l'unico posto dove posso scrivere qualcosa del genere.
    Sì, ho bisogno di scriverlo.
    Ignoratemi, non è niente di interessante, ignoratemi, andate a parlare del tempo, ignoratemi.

    Sento il bisogno di scriverlo perchè sono già stata chiamata telefonicamente "scema" sia da mio padre che da mia madre giusto qualche minuto fa per questo; almeno qui c'è più... tolleranza. Forse perchè siamo su internet, forse, boh, non lo so.


    Cambiamenti inaspettati nella mia routine quotidiana.
    Parto dal presupposto che odio mangiare da sola, mi ricorda dei brutti periodi della mia vita.
    Ecco che oggi, mentre mia madre cucina, si ritrova a dover uscire di casa con mio fratello perchè avevano appuntamento con la psicoterapeuta di mio fratello, così mi ritrovo a dover cucinare per me stessa. Mentre mia madre sgrida mio fratello perchè non vuole prepararsi, io rompo un bicchiere (rumore forte, brutto, poi confusione); mentre passo l'aspirapolvere mia madre e mio fratello si accingono ad uscire. Faccio notare a mia madre che in casa manca il burro, così le dico che anzichè continuare a preparare quello che stava facendo lei avrei cucinato una semplice pasta al pomodoro.
    Mi urla contro, dice che non le importa, ed ecco di nuovo la confusione.
    Rompo un secondo bicchiere nello stesso istante in cui la vicina di casa bussa per darci del pesce (pesce? Che cosa dovrei mai farmene con del pesce crudo?); mia madre mi dà il piatto, ed esce di casa con mio fratello.
    Confusione.
    Dopo aver raccolto di nuovo i cocci e aver passato di nuovo l'aspirapolvere, ecco che mi ritrovo a mangiare, da sola.
    Depressione.
    Tolgo i piatti, pulisco tutto e, mentre mi stendo sul divano, ecco che scopro che Ziggy (il mio gatto) ha appena imparato a saltare sulla cucina e stava per accingersi a mangiare il pesce.
    Dopo una serie di sgridate (inutili, assolutamente inutili), mi piazzo come un carabiniere davanti al forno e chiamo ripetutamente mio padre al negozio che, ovviamente, quando serve non risponde mai.
    Quando risponde gli dico che non so dove mettere il pesce, e lui mi dice che sono una scema e che non so fare nulla perchè non avevo pensato a metterli nel forno a microonde (e perchè mai avrei dovuto metterli nel forno a microonde dal momento che non devo cuocerli?).
    Finita la chiamata inizio a piangere in preda alla confusione totale, la mente è completamente offuscata.
    Mi chiama mia madre (sempre nei momenti meno opportuni), crede che mi sia fatta male, vuole tornare a casa, ma quando le dico che sto piangendo perchè sotto pressione lei mi dice che sono una scema.
    Finita la chiamata mi vengono dei mancamenti e mi faccio dell'acqua e zucchero perchè realmente mi sentivo di svenire.

    Adesso sto meglio, ma in ogni caso mi tremano ancora le mani.
    Non avevo mai reagito così bruscamente ad un cambio di routine, al massimo ho sempre provato frustrazione, ma mai confusione totale.


    Perdonate lo sfogo, ma non saprei con chi parlarne.



    p.s. Perdonate l'utilizzo del presente storico.
     
    .
  2. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    Sì, quando ho scritto ho dimenticato l'esistenza dei sinonimi, chiedo venia.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Psychoboss
    Posts
    7,228

    Status
    Offline
    Ah guarda, sentirmi dare della "scema" è tra le cose che più possono scatenarmi meltdown. Seriamente il tuo modo di agire mi è sembrato molto molto comprensibile. Il problema è che bisogna imparare a far convivere il nostro istinto con quello degli altri, che troppo spesso non hanno la minima idea di che cosa significhi comportarsi semplicemente in modo normale seguendo le proprie connessioni cerebrali, e sentirsi rispondere con feedback negativi. Giusto ora leggevo la connessione tra l'orecchio sinistro dominante e alcuni problemi legati all'ascolto, al linguaggio, all'apprendimento. Ti faccio l'esempio:
    Io ho l'orecchio sinistro dominante, ciò significa che al livello pratico, fisico, reale l'informazione sonora nel mio cervello per raggiungere l'area abilitata al linguaggio deve fare più strada (ci mette effettivamente più tempo) rispetto a quanto ci mette nella maggior parte della popolazione. Oltre ad un ritardo la dominanza dell'orecchio sinistro mi causa anche perdita di informazioni sonore (i suoni si confondono). Purtroppo cose del genere le sanno solo gli interessati e i diretti interessati, gli altri giustamente ma anche ingiustamente se ne infischiano. Il risultato può essere la dislessia, può essere che quando uno specialista ti spiega qualcosa hai bisogno che rallenti, perché impieghi più tempo del normale a decodificare il linguaggio, significa che non riesci a parlare con le persone tra la confusione, significa che (giusto per farti un esempio particolare mio) quando guardi un film sebbene tu senta bene anche a volume 10 hai bisogno di mettere a 20 per comprendere le parole, significa che la tua voce sarà più monotona del normale (per riprendere la discussione dell'altro giorno). Parlo dell'orecchio sinistro dominante + asperger + ADHD, una combo superpotentemente debilitante XD ("combo" lo dice sempre yama, gliel'ho fregato, è bellissimo).
    E' una scemenza, una piccola cosa, ma che si va ad aggiungere a millemila altre stronzate che nel complesso ti pesano.
    Sai quante volte mi sono sentita dire: "ma sei sorda?!?" più e più volte dalla stessa persona. A volte quando parlo con alcune persone ad ogni frase sono costretta a chiedere: "èh?" "èh?". E quando si è in gruppo e bisogna parlare con più persone contemporaneamente come si fa? Passi per una scema che ha bisogno che tutti stiano zitti per parlare, sembri infantile, sembri questo, quello... e questa è una piccola parte di una piccola parte di una piccola parte di un "problema" ben più grosso. Fortunatamente questo problema che è mio ma che è anche tuo non è un problema di per sé ma lo diventa solo se visto in un'ottica prettamente sociale. Allora c'è motivo di stare allegri perché dopotutto:
    1 Non siamo malate
    2 Scegliamo noi in che "sociale" porci, a parte la famiglia, che non ce la scegliamo.
    3 Essendo sociale è soggetto a mutamenti, a possibili miglioramenti. Pochi anni fa esisteva un pesante razzismo nei confronti dei neri, ora non più. Si può sperare in qualcosa di più anche per noi.
    4 Essendo noi intelligenti possiamo spiegarci, portare conoscenza, chiarirci e cambiare il parere degli altri. L'anno scorso alla facoltà di psicologia i miei compagni sapevano che ero aspie, e mi ascoltavano, mi tenevano da conto, capivano, erano comprensivi, attorno a me si creava un cerchio di approfondimento, se avevano domande venivano da me, anche in generale... perché credevano sapessi tante cose (poveri illusi XD), perché nonostante socialmente faccia schifo e più di qualche volta gli dissi di volermene andare dal locale in cui eravamo per colpa del rumore, almeno mi ero mostrata aperta, comprensiva, si vedeva che facevo fatica ad ambientarmi e cercavo di integrarmi con intelletto anche se in modo impacciato. Ci vuole tattica, una tattica che a 16 anni non avevo manco per un cazzo. Una tattica che spesso se ne va via e mi lascia nella merda a caso. Se te la giochi bene le persone verranno da te perché ti percepiranno come una persona vera e seria.
    Nella mia vita ho sempre suscitato o "ammirazione" (non ho una parola migliore, intendo dire quel sentimento che ti spinge a fidarti di una persona e a credere che sia un buon leader) o sorrisini beffardi. Scema sono stata chiamata tante volte. Sentirselo dire dai propri genitori per due volte in un giorno è brutto, è troppo, è terribile. Però passa, si va avanti, e poi con gli anni vedi la cosa in prospettiva, cerchi di entrare nei panni degli altri e in questo compito sei sempre più abile, e ti accorgi che quello "scema" vale 0. fino ai 14/15 anni ero suscettibilissima al parere degli altri, e gli altri ridevano di me e mi prendevano in giro e io non conoscevo la differenza tra il gioco e la presa in giro (sinceramente ancora ho problemi in quest'area) e per evitare che infierissero sorridevo per far passare il messaggio che "stavo al gioco", poi ogni tanto meltdown, una ragione in più per essere presa per pazza... Ora costantemente quando esprimo le mie perplessità i miei genitori e altra gente ride di me, non so perché, forse sembro buffa. Fatto sta che lo odio, ma che ho imparato a farmi forza. Sopporto, sopporto, sopporto. Ridimensiono, rielaboro, razionalizzo. Spesso è utile mettersi nei panni di chi ti ha fatto del male. So che è difficilissimo, per me è proprio innaturale, ma bisogna imparare a farlo, e se ci riesci ti accorgi che la tua percezione era distorta e che quella persona intendeva tutt'altra cosa rispetto a ciò che tu hai percepito (perché hai una differente percezione di tutto il fottuto mondo). Allora forse riesci a stare meglio, a non fartelo pesare, a pensare che dopotutto le cose gravi sono altre, e che sebbene quella cosa ti ha ferito tanto non è detto che in futuro ti debba nuovamente ferire, magari la prossima volta ci hai fatto il callo, e la vivi in maniera meno ossessiva e più menefreghista. Perché ogni tanto dire chissenefrega non solo è la cosa meno dolorosa da fare ma anche la più giusta, perché magari quella persona voleva che tu dicessi "chissenefrega" e non "mi devo preoccupare", perché paradossalmente se non elabori un certo messaggio è più utile di elaborarlo male, perché magari quel messaggio è nato proprio con lo scopo di non essere elaborato. Non so se mi spiego. La mente dei neurotipici è strana, ti ci perdi. E' illogica dal nostro punto di vista, è un codice di cui non abbiamo la chiave, se li esplori ti rendi conto di quanto sono strani. Non bisogna prenderli alla lettera, spesso bisogna ignorarli perché vogliono essere ignorati loro stessi, bisogna fare questo e quell'altro. Ci si impiega una vita a capirlo.
    Questo per quanto riguarda il "come prendere" il feedback, come viverlo. Come fare invece per evitare di ricevere del tutto un feedback negativo? Bèh, quando sono stressata in quel modo per me non c'è modo di non comportarmi in maniera inaccettabile, dovrei essere in grado di usare la ragione in momenti nei quali il mio cervello ne farebbe volentieri a meno, obbligarmi a pensare, a capire che non c'è motivo di stare male per una routine interrotta. Il problema è che è difficile perché per noi i sentimenti sono confusi, e una routine interrotta ti procura un turbamento, un rumore bianco, che cresce, cresce, cresce e non sai come affrontarlo perché non sai di che cosa si tratta. Rabbia? Paura? Ansia? Non so te ma io sono pure alessitemica ALE'!! Quindi non ci capisco niente. Come fai a razionalizzare un sentimento di cui non sai praticamente niente? E' un disagio che ti struscia addosso dietro la schiena e poi esplode. Il mio consiglio allora è quello di fare in modo di allontanarsi dal problema (senza fare vedere di stare scappando o è peggio) ad esempio andando in bagno con nonchalance per qualche minuto...
    Ok credo di aver scritto abbastanza.
     
    .
  4. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    Oddio, per prima cosa grazie.
    Cioè, non mi aspettavo proprio una risposta così lunga e così... carica (?). Cioè, non so come descriverla; "intensa" forse è il termine più adatto.

    In ogni caso ti risponderò pezzo per pezzo, come faccio di solito, perchè così mi è più semplice.

    CITAZIONE
    Ah guarda, sentirmi dare della "scema" è tra le cose che più possono scatenarmi meltdown.

    In genere anche a me, però stamane ero entrata in una situazione di confusione totale, avevo la mente completamente offuscata. Sembrava che tutte quelle situazioni, tutte quelle parole entrassero in me ma non riuscissero ad uscire, era una sorta di "traffico cerebrale" in cui tutte le informazioni si bloccano nella testa impedendo al cervello anche solo di rielaborare in maniera sistematica le cose.
    Ma sono ancora un po' scossa: è da quando è successo che non apro bocca e sono presa da una specie di stanchezza in cui sono stanca anche di essere stanca. E mio fratello mi ha appena spinta, ora corre per casa sperando che lo rincorra per urlargli contro. Ma no, non mi va di alzarmi dalla mia sedia.

    CITAZIONE
    Io ho l'orecchio sinistro dominante

    Io ho una dominanza mista, infatti abbiamo in comune alcune cose. Tipo quando dici: "quando guardi un film sebbene tu senta bene anche a volume 10 hai bisogno di mettere a 20 per comprendere le parole", ecco, stessa situazione. Diciamo che in linea di massima condivido quanto detto, tranne per la dislessia (anche se spesso sfioro la disgrafia in certe situazioni, ma è sempre legato ad una situazione si sovraccarico e stress).
    Questa mattina invece è successo proprio questo: "E quando si è in gruppo e bisogna parlare con più persone contemporaneamente come si fa? Passi per una scema che ha bisogno che tutti stiano zitti per parlare, sembri infantile, sembri questo, quello... ", giusto per completare il quadro de "le belle cose che sono successe nel giorno 8 Feb '13 a Ritux.
    Infatti sono uscita con una mia amica e poi, diciamo "a tradimento", mi ha condotta presso la sua scuola dove ho fatto "la conoscenza" di alcuni suoi compagni di classe. Stendiamo un velo pietoso su quello che è successo :/

    CITAZIONE
    orecchio sinistro dominante + asperger + ADHD, una combo superpotentemente debilitante XD ("combo" lo dice sempre yama, gliel'ho fregato, è bellissimo).

    Un meraviglioso shakerato, lol.
    Mio fratello ha l'ADHD, quando aveva 3 anni (e ancora non parlava) apriva i cassetti della cassettiera e saliva tipo scala fino in cima, poi saltava oltre. *giusto per andare /OT

    CITAZIONE
    L'anno scorso alla facoltà di psicologia i miei compagni sapevano che ero aspie, e mi ascoltavano, mi tenevano da conto, capivano, erano comprensivi, attorno a me si creava un cerchio di approfondimento, se avevano domande venivano da me, anche in generale... perché credevano sapessi tante cose (poveri illusi XD), perché nonostante socialmente faccia schifo e più di qualche volta gli dissi di volermene andare dal locale in cui eravamo per colpa del rumore, almeno mi ero mostrata aperta, comprensiva, si vedeva che facevo fatica ad ambientarmi e cercavo di integrarmi con intelletto anche se in modo impacciato.

    Credo che l'ambiente dell'università sia cosa ben diversa; ad una facoltà di psicologia a caso è forse più possibile trovare questo tipo di persone perchè queste hanno (non tutte, anche se dovrebbero) una specie di predisposizione, innata o acquisita che essa sia. Ovvio, non è legge, ma in un ambiente misto le cose si complicano; al liceo classico, ad esempio, c'era una sorta di rigidità mentale in cui o rientravi in certi parametri sociali o non eri adatto a continuare. Plasmavano gli alunni creando in loro uno spirito di "cattiva ambizione", non saprei come definirlo, una specie di competizione continua; ma di certo non una sana competizione, no, qualcosa di cattivo, di ambiguo. Le persone arrivavano a formare gruppi per convenienza, non perchè realmente si stava bene in quella cerchia. Puoi ben comprendere che, in una situazione del genere, una non eccellente aspie serve a ben poco. Un sistema simile l'ho vissuto anche alle elementari.
    Solo alle medie sono stata meglio, ma questo perchè ho avuto la fortuna di trovare altre persone che vivevano disagi simili ai miei. Ma, in ogni caso, raramente le persone che non vivono certe situazioni mi capisono e mi comprendono; ma molto più probabilmente è perchè ho avuto la sfortuna di essere circondata da volponi.
    Ma credo di aver divagato, perdonami, ma c'è la tv accesa e non riesco a concentrarmi perchè vengo distratta dai suoni.

    CITAZIONE
    Nella mia vita ho sempre suscitato o "ammirazione" (non ho una parola migliore, intendo dire quel sentimento che ti spinge a fidarti di una persona e a credere che sia un buon leader) o sorrisini beffardi.

    La realtà è che a primo acchitto è capitato in passato che certe persone mi considerassero un buon leader, ma ben presto queste persone finivano per allontanarsi, per scegliersi un altro leader.
    Ricevo decisamente più sorrisini beffardi.

    CITAZIONE
    Scema sono stata chiamata tante volte. Sentirselo dire dai propri genitori per due volte in un giorno è brutto, è troppo, è terribile.

    Sai cosa fa male?
    Il fatto che loro preferiscono pensare che io sia scema o che non voglia capire piuttosto che pensare alla sindrome di Asperger. Loro non si immedesimano in me, invece io cerco di farlo spesso con loro (con risultati pessimi, ma questo è un altro discorso), eppure preferiscono dire "ma che autistica e autistica, sei un po' strana, ma è carattere" anzichè decidere di parlare con uno specialista. Non che mi interessi una diagnosi ufficiale, semplicemente mi fa arrabbiare il loro comportamento egoista.

    CITAZIONE
    Ora costantemente quando esprimo le mie perplessità i miei genitori e altra gente ride di me, non so perché, forse sembro buffa. Fatto sta che lo odio, ma che ho imparato a farmi forza.

    Io ci provo spesso, spesso, spesso, ma è difficile, uno sforzo enorme; vorrei che loro mi ripagassero imparando a mettersi qualche volta nei miei panni. Questa sera mio padre ha detto: "Perchè stai così giù?"; tanto lo so che è inutile dirgli che mi ritrovo in una situazione di "periodo refrattario post confusione". E così devo farmi forza per mantenere una specie di equilibrio vuoto e privo di senso.

    CITAZIONE
    poi ogni tanto meltdown, una ragione in più per essere presa per pazza...

    Ogni assemblea di classe=meltdown.
    Spesso evitavo di andarci per ovvi motivi.

    CITAZIONE
    razionalizzo.

    Io lo faccio con tutto, mi chiamano "miss razionalità". Il problema è che certe cose non hanno nè capo nè coda, quindi per me resta solo un grande punto interrogativo mentale.

    CITAZIONE
    per me è proprio innaturale

    Anche per me, infatti lo faccio solo con i miei genitori, giusto per mantenere quell'equilibrio di cui ti parlavo (sempre con scarsi risultati, ma vabbè).

    CITAZIONE
    La mente dei neurotipici è strana, ti ci perdi. E' illogica dal nostro punto di vista, è un codice di cui non abbiamo la chiave, se li esplori ti rendi conto di quanto sono strani. Non bisogna prenderli alla lettera, spesso bisogna ignorarli perché vogliono essere ignorati loro stessi, bisogna fare questo e quell'altro.

    Ecco, per me è proprio assurdo tutto questo.
    E' inutile dirtelo: ma proprio non capisco perchè tendano a comportarsi in un certo modo se poi si aspettano reazioni spesso contrarie alle loro azioni. Ecco, non so nemmeno spiegarlo perchè è contorto! E' decisamente lontano da me e cercare di capirli o di ignorarli è uno sforzo disumano.

    CITAZIONE
    Bèh, quando sono stressata in quel modo per me non c'è modo di non comportarmi in maniera inaccettabile, dovrei essere in grado di usare la ragione in momenti nei quali il mio cervello ne farebbe volentieri a meno, obbligarmi a pensare, a capire che non c'è motivo di stare male per una routine interrotta. Il problema è che è difficile perché per noi i sentimenti sono confusi, e una routine interrotta ti procura un turbamento, un rumore bianco, che cresce, cresce, cresce e non sai come affrontarlo perché non sai di che cosa si tratta.

    Stessa situazione.
    Talvolta vengo anche accusata di essere io stessa l'artefice dei miei "mali" perchè non voglio uscire quando vengo avvisata con poco anticipo, non faccio salire nessuno a casa mia nè mi preparo al volo ed esco quando magari qualcuno viene a bussare inaspettatamente, nè quando esco con qualcuno accetto l'inaspettata proposta di prolungare tale uscita rimanendo magari anche a pranzo/cena con lui, e cose così. Ma quando spiego loro che questi improvvisi cambiamenti mi provocano disagio e turbamento questi non mi capiscono e ci scherzano su. Per me è fondamentale, prima di fare qualsiasi cosa, avere una dinamica di cosa succederà; mi serve per tenere tutto sotto controllo. Quando invece interrompono la mia routine in maniera brusca o vogliono che io faccia qualcosa di diverso proprio in quel momento, io sto male.
    Ed è una sensazione inspiegabile, un misto di ansia, confusione, paura, rabbia; una vera e propria implosione.

    CITAZIONE
    Non so te ma io sono pure alessitemica ALE'!! Quindi non ci capisco niente.

    No, non sono alessitimica, ma resta il fatto che non so proprio descrivere quella brutta sensazione che si prova quando una routine viene interrotta. Oggi poi è stato il colmo del colmo. In ogni caso più che a capire le proprie emozioni, io ho problemi a descriverle agli altri. Non che non le sappia dire, è che in un contesto temo sempre che parlare di un certo tipo di emozioni possa risultare fuori contesto, o cose così. Forse perchè, a prescindere, tendo a dare maggiore rilevanza alla sfera logico-razionale, ma boh. Un mio compagno di classe mi chiamava Spock. Ma la realtà è che io provo una marea di emozioni, ma non le so esternare in maniera corretta (o non le mostro o le mostro in maniera eccessiva) oppure non so se è il caso di parlare di emozioni oppure no.

    CITAZIONE
    Il mio consiglio allora è quello di fare in modo di allontanarsi dal problema (senza fare vedere di stare scappando o è peggio) ad esempio andando in bagno con nonchalance per qualche minuto...

    In genere tendo a buttare tutto dentro, tranne in rari casi in cui non ho freni. Tipo oggi ho pianto, ma in realtà nemmeno me ne rendevo conto; il cervello andava da sè, assurdo.



    In ogni caso grazie.
    Cioè, io non sono proprio capace di stare così vicino alle persone quando queste stanno male, figuriamoci quando si tratta di qualcuno che non conosco nemmeno da vicino. E' anche per questo che lasciai il pensiero di fare psicologia. Sono poco empatica, e la cosa è davvero terribile quando vedi che una persona a cui vuoi bene stare male. Vorrei aiutare chiunque in realtà, spesso in passato molte persone sono venute da me, però ho sempre avuto la terribile impressione di non essere mai servita a nulla con le mie risposte brevi e, forse, troppo "logiche" (quando cerchi di trovare una logica nella morte di un parente di un tuo amico e poi cerchi di usarla per "consolarlo"... non so se rendo l'idea). Quando le persone parlando dei loro problemi finisco per provare un mix di sensazioni che vanno dal menefreghismo alla voglia di aiutarlo comunque, quindi alla fine mi ritrovo nè ad ignorarlo del tutto nè ad aiutarlo.
    Oddio, questa sera non so spiegarmi, dopo la televisione adesso c'è la radio accesa. Che cosa assurda, perdo il filo del discorso ad ogni secondo.
    Comunque il succo di questo commento finale è questo: il tuo messaggio mi ha fatto sentire... bene. Forse come non mi sentivo da tanto. Diciamo che mi sono sentita compresa, forse anche voluta bene. Non so se sia il caso di dirlo ma rischio: una sensazione di... calore (?). Comunque grazie, grazie davvero.


    p.s. Ci ho messo ore a scrivere questa risposta, perdona eventuali errori ma sono stata distratta da una marea di cose in questo lasso di tempo.
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Psychoboss
    Posts
    7,228

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Oddio, per prima cosa grazie.
    Cioè, non mi aspettavo proprio una risposta così lunga e così... carica (?). Cioè, non so come descriverla; "intensa" forse è il termine più adatto.

    Diciamo che sono incapace di non scrivere quello che penso e che nel frattempo mi viene in mente. Ad esempio quando mi pongono domande poco precise impreco perché minimo me se ne vanno 2 ore di vita. Non conosco priorità e non ho il dono della sintesi. Fortunatamente è sempre un piacere risponderti quindi non mi è dispiaciuto il tuo post, anzi! Ma ti pare...

    CITAZIONE
    In genere anche a me, però stamane ero entrata in una situazione di confusione totale, avevo la mente completamente offuscata. Sembrava che tutte quelle situazioni, tutte quelle parole entrassero in me ma non riuscissero ad uscire, era una sorta di "traffico cerebrale" in cui tutte le informazioni si bloccano nella testa impedendo al cervello anche solo di rielaborare in maniera sistematica le cose.
    Ma sono ancora un po' scossa: è da quando è successo che non apro bocca e sono presa da una specie di stanchezza in cui sono stanca anche di essere stanca. E mio fratello mi ha appena spinta, ora corre per casa sperando che lo rincorra per urlargli contro. Ma no, non mi va di alzarmi dalla mia sedia.

    Capisco, capisco... a me capita di chiudermi in camera per giorni e rifiuto di parlare con chiunque (shutdown) in seguito ad un meltdown. Quando sono intoppata solitamente metto su un bel film drammatico, oppure apro la finestra e al gelo osservo per un po' le stelle. Con me le stelle funzionano sempre, non so perché.

    Ah no io non sono dislessica se non lievissimamente, ma ho talmente pochi sintomi che nessuno mi rilascerebbe una diagnosi di dislessia.

    Ahah sì anche io a 3 anni mi arrampicavo in giro, ero una piccola selvaggia.

    Sì ho capito il discorso del liceo classico, effettivamente conosco della gente del classico e avrei preferito morire che frequentarla. Ma hai iniziato il liceo artistico o cominci a settembre?

    CITAZIONE
    Sai cosa fa male?
    Il fatto che loro preferiscono pensare che io sia scema o che non voglia capire piuttosto che pensare alla sindrome di Asperger. Loro non si immedesimano in me, invece io cerco di farlo spesso con loro (con risultati pessimi, ma questo è un altro discorso), eppure preferiscono dire "ma che autistica e autistica, sei un po' strana, ma è carattere" anzichè decidere di parlare con uno specialista. Non che mi interessi una diagnosi ufficiale, semplicemente mi fa arrabbiare il loro comportamento egoista.

    Dai non essere così pessimista. Ti portano dal terapeuta no? E' un gran passo! Io la diagnosi me la sono fatta fare da sola, la psicologa ha regalato un libro sull'asperger a mia madre e lei non l'ha mai letto. E' una cosa che un po' mi ferisce... però almeno sembra comprensiva. Ora, ora che ho la diagnosi. Fino ad un anno fa quando avevo una crisi si limitava ad urlarmi dietro =/ Un giorno sono stata parecchio male perché pretendeva che andassi a fare la spesa senza che mi avesse dato un minimo di preavviso. Mi sono rifiutata e lei mi ripeteva che a tutti non piace andare a fare la spesa, ho avuto un meltdown. Quando sono uscita dopo ore dalla stanza per andare in bagno ho visto che stava al pc (non ci sta mai), quindi ho pensato che per la prima volta si fosse decisa a leggere dell'asperger su internet. Da allora quando non me la sento di vedere gente mi dice "ti accompagno". A 20 anni finalmente mia madre un po' ha capito. E' un piccolo passo, ma per me significa tanto. :alone:
    Sì ecco, se devo nominare una delle cose che più mi ferisce della gente è quando questa crede che io senta le sue stesse sensazioni. Allora se io non sopporto andare a fare la spesa in determinati contesti significa che sono una sfaticata. E gli altri sono bravi perché si sacrificano e con uno sforzo fanno il loro dovere, io invece sono una merda fannullona. Questo non lo sopporto. Come quando dico "non sopporto i rumori forti" e c'è chi mi risponde "anche io". Poi sento un rumore forte e ho bisogno di andarmene, e quelle stesse persone non mi comprendono, credono sia eccentrica, lamentosa, una che non sopporta. Cazzo no, entrate nel mio cervello ragazzini dementi! :D8: Ok... ora sono calma...
    CITAZIONE
    Io ci provo spesso, spesso, spesso, ma è difficile, uno sforzo enorme; vorrei che loro mi ripagassero imparando a mettersi qualche volta nei miei panni. Questa sera mio padre ha detto: "Perchè stai così giù?"; tanto lo so che è inutile dirgli che mi ritrovo in una situazione di "periodo refrattario post confusione". E così devo farmi forza per mantenere una specie di equilibrio vuoto e privo di senso.

    Questa è una nota dolente! Per i neurotipici capirsi al volo è normale. Quindi se tu capisci i loro ragionamenti è normale. Però non puoi pretendere che loro capiscano i tuoi, perché i tuoi sono sbagliati. (dal loro punto di vista) Ora, non è cosciente come cosa, ma c'è. Loro, dopotutto, si comportano normalmente e se tu li capisci non significa che ti stai sforzando di capirli, ma significa che li capisci in modo intuitivo, perché loro fanno ragionamenti N O R M A L I (normali anche per te). Allora perché diavolo non pensi come loro?
    Non so se sono stata in grado di spiegarmi.
    Ovviamente non credo che i tuoi genitori pensino ciò, ma credo che è possibile che loro, proprio come i miei, non capiscono che noi capiamo alcune cose solo in seguito ad uno sforzo, e non naturalmente. Fortunatamente i miei genitori sono entrambi un po' aspie, così pure mio fratello, quindi sono avvantaggiata. Se vivessi in una famiglia di neurotipici credo che mi avrebbero portata a 3 anni dallo psichiatra e adesso sarei un'ameba lobotomizzata.
    Andando nelle famiglie degli altri ad esempio mi meraviglio delle regole senza senso che incontro e dell'assoluta assenza di regole invece pratiche.
     
    .
  6. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Non conosco priorità e non ho il dono della sintesi.

    Anche io, lol.

    CITAZIONE
    Capisco, capisco... a me capita di chiudermi in camera per giorni e rifiuto di parlare con chiunque (shutdown) in seguito ad un meltdown.

    Ah ecco, non sapevo che il post meltdown si chiamasse shutdown. Comunque io non posso chiudermi in camera e rimanerci per giorni, ma più o meno faccio così anche io; in pratica sono costretta a parlare almeno a tavola quando pranziamo e ceniamo.

    CITAZIONE
    Quando sono intoppata solitamente metto su un bel film drammatico, oppure apro la finestra e al gelo osservo per un po' le stelle. Con me le stelle funzionano sempre, non so perché.

    Da me le stelle non si vedono.
    Abito in una via principale di Napoli, ma il palazzone di fronte a me non mi consente di godermi lo spettacolo. E' un peccato, adoro le stelle (forse proprio perchè non le vedo mai). L'anno scorso i miei genitori mi hanno trascinata a Medjugorje con loro (sì, sono moooooolto credenti); il ricordo più bello che ho di quei giorni fu scalare una montagna di notte e godermi le stelle, stelle che brillavano come non avevo mai visto; vidi anche delle stelle cadenti, le prime in tutta la mia vita.

    CITAZIONE
    Sì ho capito il discorso del liceo classico, effettivamente conosco della gente del classico e avrei preferito morire che frequentarla. Ma hai iniziato il liceo artistico o cominci a settembre?

    Inizio a settembre, per ora però mi sto preparando per gli esami integrativi.

    CITAZIONE
    Ti portano dal terapeuta no? E' un gran passo!

    Il fatto è che mi ci mandano per i miei problemi di ansia e depressione. In ogni caso sicuramente "non parto da zero", e la cosa è di per sè importantissima.

    CITAZIONE
    Un giorno sono stata parecchio male perché pretendeva che andassi a fare la spesa senza che mi avesse dato un minimo di preavviso. Mi sono rifiutata e lei mi ripeteva che a tutti non piace andare a fare la spesa, ho avuto un meltdown.

    A me succede sempre quando mia madre mi dice di andare a fare la raccolta differenziata. Ora i bidoni sono a due passi da casa ma no, non puoi dirmelo così su due piedi, non posso. Tipo l'ultimo meltdown avuto in seguito a questa storia è stato circa due giorni fa, mio padre mi ha dato dell'isterica e via dicendo.

    CITAZIONE
    Quando sono uscita dopo ore dalla stanza per andare in bagno ho visto che stava al pc (non ci sta mai), quindi ho pensato che per la prima volta si fosse decisa a leggere dell'asperger su internet. Da allora quando non me la sento di vedere gente mi dice "ti accompagno". A 20 anni finalmente mia madre un po' ha capito. E' un piccolo passo, ma per me significa tanto.

    Almeno ha deciso di leggerne qualcosa a riguardo :alone:
    No, invece per ora non ne vogliono sapere.

    CITAZIONE
    llora se io non sopporto andare a fare la spesa in determinati contesti significa che sono una sfaticata.

    Esattamente, quoto in toto!

    CITAZIONE
    Come quando dico "non sopporto i rumori forti" e c'è chi mi risponde "anche io". Poi sento un rumore forte e ho bisogno di andarmene, e quelle stesse persone non mi comprendono, credono sia eccentrica, lamentosa, una che non sopporta. Cazzo no, entrate nel mio cervello ragazzini dementi! :D8:

    Ahahahah, sì, ormai sono diventata banale: stessa storia.
    Quoto soprattutto la parte "quelle stesse persone non mi comprendono, credono sia eccentrica, lamentosa, una che non sopporta. Cazzo no, entrate nel mio cervello ragazzini dementi!". Non hanno proprio idea, mamma mia.

    CITAZIONE
    Questa è una nota dolente! Per i neurotipici capirsi al volo è normale. Quindi se tu capisci i loro ragionamenti è normale. Però non puoi pretendere che loro capiscano i tuoi, perché i tuoi sono sbagliati. (dal loro punto di vista) Ora, non è cosciente come cosa, ma c'è. Loro, dopotutto, si comportano normalmente e se tu li capisci non significa che ti stai sforzando di capirli, ma significa che li capisci in modo intuitivo, perché loro fanno ragionamenti N O R M A L I (normali anche per te). Allora perché diavolo non pensi come loro?
    Non so se sono stata in grado di spiegarmi.

    Sì, ti sei spiegata benissimo.

    CITAZIONE
    Ovviamente non credo che i tuoi genitori pensino ciò, ma credo che è possibile che loro, proprio come i miei, non capiscono che noi capiamo alcune cose solo in seguito ad uno sforzo, e non naturalmente.

    Ne ho parlato con loro proprio a tavola questa sera.
    I miei genitori non comprendono questo concetto di sforzo perchè, dando per buono che sia così, credono che questo sia dovuto al fatto che ho un ritardo mentale e per loro non è lontanamente possibile. Ho spiegato loro più volte che non funziona proprio così ma ogni qualvolta che l'ho fatto mi è sempre sembrato che avessi dato aria alla bocca.
    Vabbè, piano piano arriverò a far capire loro che Asperger non significa malato.
    Poi per caso lessero l'articolo de "L'Osservatore Romano" su Adam Lanza, il colpevole della strage nel Connecticut; "aveva la sindrome di Asperger" scritto a caratteri cubitali. Ricordo bene mia madre che fa: "e tu saresti affetta dalla sindrome di Asperger? Ma sei pazza?". Meltdown.
    Sì, mio padre che mi urla che sono pazza certifica la mia pazzia.

    CITAZIONE
    Fortunatamente i miei genitori sono entrambi un po' aspie, così pure mio fratello, quindi sono avvantaggiata.

    Mia madre è neurotipicissima, invece mio padre è un po' aspie. Però al contempo è proprio spaventato dall'AS.

    CITAZIONE
    Se vivessi in una famiglia di neurotipici credo che mi avrebbero portata a 3 anni dallo psichiatra e adesso sarei un'ameba lobotomizzata.

    Io, fortunatamente, ho parenti molto particolari dal lato paterno; quindi certi comportamenti sono sempre stati intesi in relazione a ciò, ma questo non basta per giustificare i meltdown e la mia tendenza ad essere incline verso la depressione, cose che poi mi hanno portata a frequentare uno psicoterapeuta.

    CITAZIONE
    Andando nelle famiglie degli altri ad esempio mi meraviglio delle regole senza senso che incontro e dell'assoluta assenza di regole invece pratiche.

    Nella mia famiglia ci sono una marea di "regole". E mi ci scontro spessissimo.
    Tipo non comprendo perchè mia madre finisce per gettarmi al suolo tutte le cose che ho sulla scrivania dicendomi che me lo sono meritato perchè non l'ho pulita e messa in ordine. Ma perchè dovrei? La uso, non vedo polvere, mi ci trovo bene nel mio cosmos (che per il resto del mondo è caos, invece è perfetto ordine perchè in quella "confusione" tutto è sistemato per categoria e frequenza d'utilizzo), perchè mai dovrei pulire e mettere "in ordine"?!
    Bah.
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Psychoboss
    Posts
    7,228

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Ah ecco, non sapevo che il post meltdown si chiamasse shutdown. Comunque io non posso chiudermi in camera e rimanerci per giorni, ma più o meno faccio così anche io; in pratica sono costretta a parlare almeno a tavola quando pranziamo e ceniamo.

    Nel mio caso avviene dopo, altri invece hanno shutdown senza meltdown.
    Mah... neanche io potrei, però chiudo porta e finestra e se mi urlano che devo uscire non li ascolto. Esco solo di notte per mangiare e andare in bagno :qwqw:
    CITAZIONE
    Ahahahah, sì, ormai sono diventata banale: stessa storia.
    Quoto soprattutto la parte "quelle stesse persone non mi comprendono, credono sia eccentrica, lamentosa, una che non sopporta. Cazzo no, entrate nel mio cervello ragazzini dementi!". Non hanno proprio idea, mamma mia.

    Madò, l'ODIO :D8:
    CITAZIONE
    Poi per caso lessero l'articolo de "L'Osservatore Romano" su Adam Lanza, il colpevole della strage nel Connecticut; "aveva la sindrome di Asperger" scritto a caratteri cubitali. Ricordo bene mia madre che fa: "e tu saresti affetta dalla sindrome di Asperger? Ma sei pazza?". Meltdown.

    :no: Quell'articolo e altri come lui hanno riportato la concezione dell'asperger in Italia indietro di 60 anni, in un universo parallelo :mefisto:
    Molte associazioni sull'autismo hanno protestato e qualche giornale ha chiesto scusa. Quelli online hanno modificato gli articoli.
    CITAZIONE
    Tipo non comprendo perchè mia madre finisce per gettarmi al suolo tutte le cose che ho sulla scrivania dicendomi che me lo sono meritato perchè non l'ho pulita e messa in ordine.

    :èèèè: :èèèè: :èèèè:
     
    .
  8. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Nel mio caso avviene dopo, altri invece hanno shutdown senza meltdown.

    Io ho sempre shutdown post meltdown, è che fino ad ora non sapevo proprio che si chiamasse così.

    CITAZIONE
    :no: Quell'articolo e altri come lui hanno riportato la concezione dell'asperger in Italia indietro di 60 anni, in un universo parallelo :mefisto:
    Molte associazioni sull'autismo hanno protestato e qualche giornale ha chiesto scusa. Quelli online hanno modificato gli articoli.

    Il corriere della sera pubblicò un articolo che in testata diceva "Strage nel Connecticut, non è stata la sindrome di Asperger", o qualcosa del genere. Provai anche a farlo leggere ai miei, ma la risposta fu: "ma non era comunque una persona stabile e guarda caso aveva l'Asperger".
    Quell'articolo ha demolito parecchi dei miei sforzi che consistevano nel far capire loro che l'AS non è una malattia.
    In ogni caso sono convinta che prima o poi mia madre si informerà a riguardo, proprio come ha fatto quando mio fratello ha toccato il fondo con il DOC.

    CITAZIONE
    :èèèè: :èèèè: :èèèè:

    Già :akacy:
    Bah, questa tra l'altro è solo una delle tantissime cose che non capisco.
    Un'altra cosa che non riesco a capire è il concetto di "gentilezza" che hanno loro; io sono una persona gentile, credo. Saluto le persone che conosco, dico "grazie", dico "prego", eppure sembra che il mio comportamento con il ragazzo che fa ripetizioni di matematica sia sgarbato. Parto dal principio che tendo ad essere più cordiale con le persone che mi piacciono e meno con le persone che non mi piacciono. Ora, questo tipo non mi piace per niente. Però viene a casa, piace a tutti, è l'insegnante di mio fratello, per questo cerco di impormi una sorta di autocontrollo sforzandomi di essere affabile. E credo di esserlo, dal momento che quando entra in casa mi avvicino e lo saluto; io lo saluto facendo al massimo un cenno con la mano, ma questo puntualmente deve avvicinarsi e salutarmi baciandomi le guance (pratica che odio, che trovo stupida ed insensata) ed io, ogni santissima volta, mi allontano e gli dico qualcosa come "contatto fisico non desiderato". Lui ride, mia madre ride, ma io ero seria, e finiscono per guardarmi in maniera... imbarazzante (?). Quando poi va di là con mio fratello mia madre mi si avvicina sempre e fa "ma pure con lui? Eddai, come sei sgarbata!". L'altro ieri, poi, mia madre fece in sua presenza delle battute (che poi dovevano far ridere? Bah) sullo stato dei miei capelli, terribilmente scompigliati, entrambi ridevano ed io invece li guardavo sperando che smettessero al più presto. Odio questo tipo: fa "battute" sul mio aspetto fisico con l'intento di farmi ridere (cose tipo: "il tuo gatto quando salta arriva alla tua altezza? Rita, sei cosciente del fatto che allora fa un salto di pochi centimetri?" oppure "Hai sbattuto la testa contro una porta o quello che hai sulla fronte è un brufolo?"); che poi a me sembrano tutto tranne battute, per me sono offese vere e proprie! Una volta gli dissi che non doveva più entrare nella mia stanza perchè mi infastidiva, ma rise. Cosa c'è da ridere?! Bah. La gente si lamenta del fatto che non rido a molte delle loro battute, e questo va bene un po' per tutti, ma quando sono io a lamentarmi del fatto che la gente ride a sproposito quando parlo ecco che va a finire che sono l'anormale.
    Forse ho divagato, ma vabbè.
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Psychoboss
    Posts
    7,228

    Status
    Offline
    Forse pensa che quel "contatto fisico non desiderato" sia ironia "pesante", quindi si sente in diritto di fare ironia pesante su di te. Hai ragione, sembrerebbe proprio una situazione sgradevole.
     
    .
  10. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Forse pensa che quel "contatto fisico non desiderato" sia ironia "pesante", quindi si sente in diritto di fare ironia pesante su di te. Hai ragione, sembrerebbe proprio una situazione sgradevole.

    Boh, questa mattina ho avuto la bizzarra idea di attaccarmi un foglio sulla fronte con su scritto "non toccarmi", ma credo proprio che verrebbe interpretato in maniera opposta, lol.

    I miei genitori mi hanno costretta a frequentare un corso di Cresima (gh, gh, gh, che odio). Li odio tutti. Anzi no, tranne uno. Almeno lui non cerca contatto fisico nè mi sbatte le mani davanti agli occhi perchè non lo guardo (perchè, a dirla tutta, ho notato che nemmeno lui guarda me). Oggi ho avuto un meltdown a questo corso perchè una tipa ha iniziato a parlare di depressione e suicidio dicendo che è ingiusto celebrare i funerali in chiesa di un suicida dal momento che certamente merita l'inferno; inoltre ha detto che il depresso non pensa al suicidio, è il diavolo che lo induce a uccidersi. Quando le ho fatto notare che non era così lei mi ha interrotta dicendomi: "sì vabbè, ma tu sei troppo piccola per capire certe cose". Inutile che ora ti racconti le dinamiche, so solo che il parroco e la catechista mi hanno ripreso dicendomi che sono una persona senza controllo, inoltre gli altri tipi del corso se ne sono andati evitandomi. Solo quel tipo di cui ti parlavo è rimasto, mi ha anche accompagnata a casa.

    Ho lasciato un quaderno e un bottone sul tavolino in soggiorno perchè domani continuerò a disegnare lì ma prima devo ricordarmi di ricucire il bottone; mia madre ha messo sia il quaderno che il bottone per terra dicendomi che devo mettere a posto. Adesso è in balia del gatto che, quasi sicuramente, andrà a giocare con quel fottutissimo bottone.
    Ecco, l'ha preso proprio ora.
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Psychoboss
    Posts
    7,228

    Status
    Offline
    Ma perché i tuoi sono molto credenti?
     
    .
  12. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Krigerinne @ 10/2/2013, 10:39) 
    Ma perché i tuoi sono molto credenti?

    Sono credentissimi :/ Non esiste istante in cui non si parli di Dio e di come bisogna comportarsi per piacere a lui.
    Terribile :D8:
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Psychoboss
    Posts
    7,228

    Status
    Offline
    Non so come si sta in una famiglia di credenti cattolici, ma da me praticamente la maggior parte dei parenti è fortemente protestante, io sono andata in chiesa tutte le domeniche dalla nascita fino ai 13 anni. (e al campeggio dai 9 ai 13 anni) E non mi dispiace, voglio dire, dà dei bellissimi insegnamenti morali, un'accettabile conoscenza della Bibbia, amici, e altro. Anzi credo proprio che i miei figli frequenteranno la chiesa finché vorranno. A volte la chiesa ti insegna cosa è giusto e cosa è sbagliato, purtroppo altre volte vuole semplicemente diventare uno stupido pretesto per negarti delle libertà. C'è la cugina di mio cugino che ha chiesto a mio cugino di non dire ai fratelli della chiesa che va travestita alla fiera del fumetto perché quelli potrebbero storcere il naso. Ma scherziamo?
     
    .
  14. ~ Ritux
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Krigerinne @ 10/2/2013, 14:32) 
    Non so come si sta in una famiglia di credenti cattolici, ma da me praticamente la maggior parte dei parenti è fortemente protestante, io sono andata in chiesa tutte le domeniche dalla nascita fino ai 13 anni. (e al campeggio dai 9 ai 13 anni) E non mi dispiace, voglio dire, dà dei bellissimi insegnamenti morali, un'accettabile conoscenza della Bibbia, amici, e altro. Anzi credo proprio che i miei figli frequenteranno la chiesa finché vorranno. A volte la chiesa ti insegna cosa è giusto e cosa è sbagliato, purtroppo altre volte vuole semplicemente diventare uno stupido pretesto per negarti delle libertà. C'è la cugina di mio cugino che ha chiesto a mio cugino di non dire ai fratelli della chiesa che va travestita alla fiera del fumetto perché quelli potrebbero storcere il naso. Ma scherziamo?

    Io vado in chiesa tutte le domeniche, non sia mai dicessi che non voglio andarci.
    In ogni caso guarda, il problema reale è proprio come vivono la religione i miei genitori; la loro fede è molto "popolare", diciamo così. Mia zia, ad esempio, vive una spiritualità invidiabile.

    CITAZIONE
    A volte la chiesa ti insegna cosa è giusto e cosa è sbagliato, purtroppo altre volte vuole semplicemente diventare uno stupido pretesto per negarti delle libertà. C'è la cugina di mio cugino che ha chiesto a mio cugino di non dire ai fratelli della chiesa che va travestita alla fiera del fumetto perché quelli potrebbero storcere il naso. Ma scherziamo?

    Oh beh, questo accade più nella mia famiglia che nella chiesa vera e propria. Io frequento ad esempio un consultorio cattolico e il suo fondatore è un gesuita psicoterapeuta (ha tenuto anche vari seminari a Miami e Chicago in passato); ecco, lui è una persona incredibile, di un'apertura mentale davvero spaventosa. Ecco, i miei genitori hanno tutto tranne quello: l'apertura mentale. Mi hanno trascinata a Medjugorje dopo aver saputo delle mie idee pansessuali sperando di "guarirmi" in qualche modo. Poi ho frequentato l'asilo e le elementari in una scuola cattolica, le peggiori esperienze della mia vita ruotano intorno alla rigidità di quel posto (la suora che mi tirava i libri in testa perchè mantenevo la penna in maniera sbagliata e perchè scrivevo le lettere e i numeri nel verso sbagliato, o cose così). Ma vabbè, questo è tutto un'altro discorso. In ogni caso non conosco a fondo la differenza tra la chiesa protestante e cattolica, quindi non so fare "differenze" a riguardo.
     
    .
13 replies since 8/2/2013, 16:25   81 views
  Share  
.